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dal 22 maggio al 7 giugno 2017

Lo sviluppo sostenibile e l'Agenda 2030

Il 25 settembre 2015, le Nazioni Unite hanno approvato l’Agenda Globale per lo sviluppo sostenibile e i relativi 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (Sustainable Development Goals – SDGs nell’acronimo inglese). Si è trattato di un evento storico, sotto diversi punti di vista. Infatti:

  • è stato espresso un chiaro giudizio sull’insostenibilità dell’attuale modello di sviluppo, non solo sul piano ambientale, ma anche su quello economico e sociale. In questo modo, ed è questo il carattere fortemente innovativo dell’Agenda, viene definitivamente superata l’idea che la sostenibilità sia unicamente una questione ambientale e si afferma una visione integrata delle diverse dimensioni dello sviluppo;
  • tutti i Paesi sono chiamati a contribuire allo sforzo di portare il mondo su un sentiero sostenibile, senza più distinzione tra paesi sviluppati, emergenti e in via di sviluppo, anche se evidentemente le problematiche possono essere diverse a seconda del livello di sviluppo conseguito. Ciò vuol dire che ogni paese deve impegnarsi a definire una propria strategia di sviluppo sostenibile che consenta di raggiungere gli SDGs, rendicontando sui risultati conseguiti all’interno di un processo coordinato dall’Onu;
  • l’attuazione dell’Agenda richiede un forte coinvolgimento di tutte le componenti della società, dalle imprese al settore pubblico, dalla società civile alle istituzioni filantropiche, dalle università e centri di ricerca agli operatori dell’informazione e della cultura.

Il processo di cambiamento del modello di sviluppo verrà monitorato attraverso un complesso sistema basato su 17 obiettivi, 169 target e oltre 240 indicatori. Sarà rispetto a tali parametri che ciascun paese verrà valutato periodicamente in sede Onu e dalle opinioni pubbliche nazionali e internazionali.

L’adozione della nuova Agenda 2030 e degli SDGs ha posto l’Unione europea e l’Italia di fronte a molteplici sfide (per approfondimenti cliccare qui). L’Italia ha svolto un ruolo di primissimo piano in tutte le fasi del negoziato Onu che ha portato all’adozione dell’Agenda 2030 e degli SDGs e ha definito di recente un proprio quadro giuridico e normativo preciso riguardo allo sviluppo sostenibile.

Passo importante è stato compiuto dal Governo il 16 novembre 2016, con la pubblicazione di un quadro delle corrispondenze tra le misure del disegno di Bilancio e gli SDGs, su sollecitazione dell’ASviS.

Altro segnale della rilevanza che sta assumendo l’Agenda globale delle Nazioni Unite nel dibattito pubblico italiano è stata la pubblicazione del Rapporto “Posizionamento italiano rispetto ai 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite”, il 5 gennaio 2017. Il documento conferma la posizione di “non sostenibilità” del nostro Paese rispetto agli SDGs e costituisce, con il suo studio di ogni singolo Target dei 17 Goal, un primo tassello per la definizione della Strategia nazionale di sviluppo e quindi un’occasione per individuare i criteri per integrare gli SDGs all’interno delle politiche per il futuro del Paese. Il 13 marzo il ministero dell’Ambiente ha presentato una bozza della Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile in Italia, discutendola con la società civile il 21 marzo. 

Per approfondire le implicazioni dell’Agenda 2030 per l’Europa e l’Italia cliccare qui.